venerdì 23 gennaio 2015

USB go VOTE (per chi s'è perso)

Ci siamo quasi, tra poche ore dovrebbe iniziare il silenzio elettorale, lo spartiacque tra  campagna elettorale e voto con count-down finale per il vincitore. Inutile dire che qua, noi volontari,  siamo solo passivi osservatori dello spettacolo ma non meno dei cittadini greci ci siamo sentiti meno coinvolti.
Quella che sta passando è una settimana di fuoco, abbastanza stressante ( per una moltotudine di motivi) ma anche anche molto appassionante, dove non è mancata la sorpresa finale. Ma andiamo con ordine. 
Volenti o nolenti, ed essendo anche un minimo interessati, il mese scorso abbiamo assistito al consumarsi della tragedia (greca) all'interno del Parlamento data l'impossibilità di eleggere il nuovo Presidente della Repubblica e all'annuncio di nuove ed imminenti elezioni. Un pò perchè in ufficio si sono svegliati tardi ed un pò perchè nelle prime settimane di Gennaio noi tutti avevamo altro da fare, la questione delle elezioni è passata un pò in sordina. In effetti, vivendo in collina, non avendo la televisione e avendo ancora profonde difficoltà di comprensione della lingua parlata eravamo proprio fuori dall'agone elettorale. Almeno fino a venerdì scorso. Dopo l'ennesimo meeting del venerdì il nostro boss, fautore del refrain ' oxi politics' (no politics) come tematica dei nostri incarichi, questo giro fa un'inversione di rotta e ci chiede se ci  piacerebbe fare qualcosa per incentivare i giovani ad avvicinarsi all'impegno elettorale.
E' una richiesta insolita abiuati come siamo a svolgere attività prevalentemente indoor. Sono molto contenta di questa iniziativa perchè era da un pò di tempo che, insieme anche ad altri volontari, avevamo espresso la necessità di svolgere anche attività più coinvolgenti e, se i politici con i loro discorsi sono noiosi, sono incuriosita dalla possibilità di ascoltare l'opinione della gente.
Dopo aver costituito il gruppo operativo ci mettiamo in azione e prepariamo le domande, scatoloni e bilgliettini con scritto GO VOTE. L'obiettivo sarà quello di andare nei luoghi centrali della città con tre scatole con su scritte alcune domande del tipo: 'sei stanco che gli altri decidano per te?' oppure 'vuoi un cambiamento?' ed invitare i giovani ed i comuni passanti a rispondere a queste domande prendendo il foglietto GO VOTE arrotolato all'interno delle scatole.
Il secondo step è proprio quello di andare in strada, per la precisione: all'Università, a Kamara ed in Piazza Arisototelous, 3 centri gravitazionali (e molto diversi tra loro) della città. All'Università incontriamo qualche difficoltà ad approcciare i ragazzi e non solo per via del periodo esami che rende le facce abbastanza preoccupate ma anche per via della lingua. Agitando la scatola come un banditore del Mercante in Fiera posso solamente bofonchiare: περνεις περνεις (prendi prendi) incontrando i volti a volte incuriositi a volte scettici degli studenti. La maggior parte non capisce subito di cosa si tratta e ti chiede 'cos'è?' oppure ' che cosa devo farci?' e tu hai un bel dire a spiegargli che no, non siamo di nessun partito e vogliamo solo incentivare la partecipazione al voto tra i giovani. Come primo giorno tutto sommato va bene, a parte il fatto che alla mensa universitaria (che qua è gratis) ci sgamano subito e non ci fanno entrare.
Il secondo giorno andiamo a Kamara e in Piazza Aristotelous. A Kamara incontriamo molti giovani che stanno andando all'Università, molti si rivelano disponibili e simpatici e accettano anche di prendere parte ai video che stiamo girando, le persone più grandi e, soprattutto gli anziani, rimangono invece a distanza.
Arriviamo dunque in piazza Aristotelous punto di ritrovo per tutti gli 'Umarels' ( per i non bolognesofoni i classici vecchi curiosoni) tessalonicesi. Con loro è difficile, il nostro greco è troppo traballante e cadiamo in un doppio errore: nel presentarci tiriamo in ballo i programmi europei e Turchia. Il danno è fatto ed uno di questi, sdentato e con bastone, s'incazza di brutto iniziando ad inveire e a sputacchiare in ogni dove. Comunque, prima di ritirarci, abbiamo rilasciato una piccola intervista ad una giornalista che ci fa anche un paio di foto. Nel pomeriggio, arrivati a casa, ci telefonano dal nostro ufficio e ci comunicano che il telefono è impazzito, tutti ci cercano e tutti ci vogliono: giornali, radio e televisione. Dobbiamo ritornare a Kamara anche il giorno successivo (cioè oggi)  perchè una televisione ci vuole intervistare 'in azione'. Finiamo quindi alla velocità della luce i video con il materiale girato e che dobbiamo consegnare alla televisione.
L'indomani (sempre oggi) siamo di nuovo in piazza all' alba, ossia alle 10 di mattina. i nuovo scatoloni in mano e via a fermar passanti. La giornalista del canale skai (l'ho visto scritto così) ci intervista in diretta per il telegiornale e qualche ora dopo un'altra giornalista viene chiedendo a noi volontari italiani cosa dicono e pensano in Italia della crisi economica greca e di Syriza. E' strano ritrovarsi 'dall'altra parte' dopo essere stati per quattro mesi a farle le interviste, però è anche divertente. Per fortuna poi questo tourbillon finisce e andiamo tutti in ufficio che c'è la paghetta da ritirare. E' stata una settimana super intensa e diversa (finalmente?) per alcuni aspetti.
Adesso possiamo tornare al nostro ruolo di spettatori osservanti ed aspettare l'esito delle votazioni, domenica oramai è arrivata.

Qui il video


E qui  articoli (in greco):
http://news.in.gr/greece/article/?aid=1231379562#.VMEtwfK5QRc.facebook
http://www.nooz.gr/greece/xeiroteri-ap-oti-einai-parousiazoun-ta-ksena-mme-tin-katastasi


sabato 10 gennaio 2015

Recap

Prima di pubblicare nuovo materiale penso sia giunto il momento per andare a ripescare qualche articoll in inglese pubblicato su diverse piattaforme nei mesi scorsi. Dunque ecco a voi:

- il primo è questo e parla di una donna, Kostantina, che quasi trent'anni fa ha lasciato la Grecia per studiare in Italia. Una bella chiacchierata sullo studiare all'estero molto tempo prima dell'Erasmus. http://usbngo.wordpress.com/2014/11/07/the-hopeful-seeds-story-of-kostantina-and-other-greek-students-in-italy/

- il secondo articolo è incentrato su un dibattito svoltosi a Novembre a Salonicco in merito al bivio che si presente, anche, ai giovani greci sul lasciare il loro paese e cercare carriera e fortuna altrove oppure restare e vedere quel che si può fare. Dibattito interessante organizzato da una fondazione accademica crucca.
http://usbngo.wordpress.com/2014/11/26/should-i-stay-or-should-i-go-youth-and-migration-in-greece/

- il terzo, e più recente, è un reportage (se si può così definire) sulla celebrazione del 17 novembre in Grecia, quando si ricordano i morti della rivolta del Politecnico di Atene  contro la dittatura dei Colonelli. Questo, tra l'altro, è il giornale della nostra associazione dove ogni due mesi pubblichiamo i nostri articoli, ce ne sono alcuni interessanti. Dateci n'occhio.
http://issuu.com/united_societies_of_balkans/docs/bb10

Buona Lettura


sabato 3 gennaio 2015

Dopo le impressioni di Settembre, le riflessioni di Gennaio

E' un tramonto rossissimo quello che stasera ammiro dalle colline del quartiere dove vivo. Di fronte a me il golfo di Salonicco. Mi  ricorda un pò quello di Napoli, pieno di navi ferme in attesa di attraccare in porto.  Ferma è anche l'acqua che con lo scomparire della luce si fa sempre più scura e piatta fino a che non si arriva con lo sguardo all'altro capo del golfo con le città che si disperdono sotto il monte Olimpo, la montagna sacra dove abitavano gli dei dell'Olimpo, il simbolo del mio arrivo in terra greca. 
Non è più Ottobre però,è Gennaio e fa incredibilmente freddo. Ammirare il tramonto sotto le sferzate di un vento gelido mette alla prova la mia resistenza termica. Penso che il solo è scomparso però la sua luce illumina tutto che definisce bene le forme delle montagne, le fa stagliare nette dalla terra. Solo due settimane fa partivo per il primo 'break' di questa esperienza da EVS e tornavo nel suol natio, in quest'Italia croce e delizia di tanti destini giovanili. Avevo sinceramente bisogno di rifiatare un attimo, di fare un minimo pinto sulla situazione che sto vivendo, sulle direzioni da prendere e sul verso in cui dirigere la mia vita.
Dopo una settimana di fuoco all'insegna di prelibate leccornie fatte in casa, il tritttico di panettoni pandori e torroni, baci dati e ricevuti, pinte di birra con gli amici, sono rientrata a Salonicco più confusa di prima e con il cuore diviso un pò a metà. Già perchè dopo l'euforia iniziale dei primi mesi, di quando tutto e nuovo e non hai occhi che per la scoperta di cose e persone di nuove, subentra l'aria di stanca, quella fatta della consapevolezza dei limiti propri e di questa esperienza. Seppur in terra greca ho trovato una seconda famiglia, con i suoi momenti di gioia e di scazzo, molti stimoli e la possibilità di lasciare alle mie spalle un periodo di alti e bassi, ecco, nonostante queste cose, prendere l'aereo del ritorno è stato un pò doloroso. 
Non solo per via di camminare in luoghi a me cari, come le case bolognesi degli amici, con  i loro sorrisi e il loro affetto, o quelli 'di casa', con gli amici di sempre ed i parenti, la sensazione predominante è quella di aver fatto una scelta, quella di non accontentarsi di quello che la provincia o la bella città avevano da offrire, cercare affrontare la frustrazione del non saper cosa fare della propria vita imboccando questa avventura un pò per caso. Ho visto i miei amici che in quella terra da dove io son voluta sfuggire loro cercano , quando possibile, di starci come degli equilibristi. In una frase: non sono scappati, hanno provato a costruire qualcosa restando. A queste persone ho invidiato questo coraggio, scegliere di restare e provarci e non solo scegliere di scappare e poi si vedrà. 
Tuttavia, anche se magari non assume toni così drammatico-esistenzialisti, questa è una condizione che ho visto in tanti amici e conoscenti della mia età. Chi sceglie di lasciare la strada vecchia per la nuova, per avere l'opportunità di studiare all'estero o per vivere un'esperienza di vita.  La sensazione è che oltre il tran tran modaiolo dell' 'oramai in Italia non si trova uno straccio di lavoro bisogna andare fuori' la verità è che forse bisognerebbe cambiare prospettiva e iniziare a pensare una soluzione per rimanere ed inventarsi una vita fatta a propria misura. Senza sentirsi in obbligo di scappare perchè altrimenti si viene invasi dalla frustrazione e quindi meglio andare a fare il cameriere o lo sguattero in UK on in Belgio.
Forse invece che guardare sempre verso l'altrove bisognerebbe guardare un pò più ai propri piedi, studiare come sono fatti, quali persorsi possono affrontare, prima di decidere di incamminarsi in ogni dove sia.