giovedì 25 giugno 2015

Τα λεμε Θεσσαλονικη


Era iniziata cosi': 


vista della citta' da Kasta, Amo Poli
con una vista sui tetti rossi della citta' vecchia, Ano Poli, in direzione del mare e del Monte Olimpo. 
E' stata la prima cosa che ho visto quando il secondo giorno, con Ozan e kevin, siamo partiti in una prima esplorazione della cita', guidata ovviamene da Ozan. 
Ho avuto modo di ammirare la citta' dall'alto e di ammirarne tutta la sua estensione e bellezza. Poi in questa citta' mi ci sono addentrata, ne ho conosciuto la storia, la sua gente, il suo cibo e quindi la sua cultura.  Ho passeggiato tra i suoi vicoli fino a  raggiungere il centro moderno, con la sua confusione ma anche i suoi mercati,  perfetto incrocio tra oriente ed occidente. 
Ho conosciuto molte persone, ognuna di esse mi ha lasciato qualcosa insegnandomi un po' di cose su di me e non solo. Ho imparato a parlare in inglese con moltissimi accenti (eccetto quello britannico). Ho reimparato il greco, moderno, e ho avuto il piacere di comunicare con le persone del luogo e notare la loro espressione di felice curiosita' sentendomi parlare la loro lingua con chissa che strano accento.
Poi Salonicco non mi e' bastata piu' e quindi ho viaggiato lungo la Grecia, scoprendone le sue differenze dal sud del peloponneso in odor di Venezia fino al profumo di Turchia della Tracia. Ho passando i suoi confini piu' prossimi, addentrandomi nel principio dei balcani, luoghi affascinanti ma senza dubbio difficili. Poi sono tornata sempre e  sempre tornandomi a stupire di quante cose non ho viste e quante ne vorrei vedere ancora, di questa citta'. Sara' un buon motivo per ritornare, un giorno.
Una di queste cose pero', l'ho fatta: il guro sulla barca che mi ha dato l'opprtunita' di ammirarla da un altro punto di vista:

Salonicco vista dalla barca-bar
Vista da cosi' mi e' sembrata Marsiglia e un po' tutte le citta' legate al porto, e quindi a chi partiva e arrivava dal mare. Mi sono sentita per un secondo come loro, come i rifugiati dell' Asia minore che arrivavano in questa casa sconosciuta, come lo e' stata per me.
E' impossibile dire cosa sono stati questi nove mesi, di sicuro tante cose che sara' difficile spiegare alla domanda: 'Allora come e' andata?'. Ho ancora alcune ore per preparare una risposta da generatore automatico ma solo io in fondo sapro' come e' andata quello che sara' indelebilmente con me e quello che tentero' di dimenticare. Una cosa e' certa, ne e' valsa la pena e se qualcuno mi dovesse chiedere:
'Lo rifaresti?' risponderei, questa volta senza dubbio: 'lo rifarei altre 100, 1000 volte'.

Ευχαριστω πολυ Θεσσαλονικη, τα λεμε!

mercoledì 17 giugno 2015

Manca un kilometro

Cosa dice il corridore quando vede davanti a se lo striscione del traguardo in lontananza, piccolo piccolo e poi sempre più grande, spossato al limite della fatica con le goccie di sudore che gli colano dalle tempie: 'manca un kilometro' pensa.
Ebbene si,anche qui manca un kilometro, due settimane o poco meno e si torna e sarà Game Over, fine dei giochi e del solazzo di questo baraccone avventuroso chiamato Servizio Volontario Europeo. 
Da Ottobre a questa parte è stata una lunga corsa e quasi non mi sembra vero che sia finita, che i mesi siano volati e che si siano trascinati dietro cose e persone fatte e vissute. E' tornato il caldo e la beffa è che, per questo Ottobre mi sembra ieri, quando sono andata a far la spesa il secondo giorno e son tornata a casa a piedi in un bagno di sudore. 
Alla spicciolata i volontari che mi hanno accompagnato in questa esperienza stanno cominciando ad andare via, la casa diventa più leggera ma anche più vuota, si liberano gli spazi nel micro frigo, la carta igienica inizia a durare di più e , cosa incredibile, la casa diventa silenziosa!!
In questo kilometro ci sta un pò di tutto il pensiero alle persone incontrate e che in qualche hanno segnato questa esperienza e, forse, anche la mia vita e tutte le aspettative sul dopo, sul dove cosa e come sarà. Ci sta sopratutto la consapevolezza di aver fatto 'un' esperienza' che mi ha permesso di stare quasi un anno fuori casa e di fare un sacco di cose belle. La più bella di tutte è stata quella di 'vivere' la Grecia di impararne la lingua (moderna), di conoscere la sua gente generosa e aperta, di scoprire la sua bellissima natura e la sua storia mutliculturale ( una consapevolezza vissuta a volte più con vergogne che con orgoglio).
E' stato bello anche condividere la proprio casa con 'mezza Europa'. Si, in un moneto come questo dove, a livello istituzionale, l'Europa si appresta più allo sfascio che ad una integrazione, è bello poter dire che noi ' i ragazzi dell'Europa' siamo diversi ma oramai abbastanza simili per voglia, deisderi, aspirazioni. E' bello in ogni caso aver l'opportunità di mettersi dalla parte dell'altro , di smontare la propria logica di pensiero e di venirsi incontro, una mediazione quotidiana con abitudini e approcci diversi dai propri. Una gran fatica ma alla fine posso dire di aver avuto degli ottimi rapporti con (quasi) tutti e credo che tornare a vivere sotto forma di monade in Italia sarà un bel trauma dopo 9 mesi in questa caotica famiglia. 
Il progetto, bhè qui casca un pò l'asino. Rispetto ad altri progetti qui in Grecia il nostro è stato senza dubbio un progetto un pò cazzone qua alle United Societies of Balkans. Cazzone nel senso che è mancata una linea guida generale in cui indirizzare il lavoro che è stato invece gestito in maniera un pò anarchica e quasi totalmente dipendente dallo spirito di iniziativa del volontario di turno. Per me è stato però anche un bel contenitore che mia ha permesso di portare avanti una rubrica radiofonica personale sulla fotografia (wiritng the light) che è dirata due mesi e di realizzare diversi video o mini-reportage su cose molto interessanti). Devo dire che forse, dal punto di vista professionale non è stata una botta decisiva per il curriculum ma sicuramente mi ha permesso di capire che l'ambito della comunizazione: star dietro al computer a far spamming, ecco non fa per me. 
E detto questo mi fermo, riprendo fiato e continuo a camminare in attesa del giorno della partenza e dell'arrivederci.
vista da Neos Marmaras, Sithonia (Penisola calcidica)



lunedì 1 giugno 2015

Gita fuoriporta (Xanthi e molto altro)

Qua a Salonicco, e nella Grecia tutta, oggi si celebra il giorno dell'Immacolata concezione è festa e chi può o vuole se ne va al mare, visto che nonsotante le nuvole la temperatura è dolce. Eppure io sono a casa, così sul divano a scrivere, di ritorno da un weekend ricco di cose fatte e viste.
Protagonista , ancora una volta, è la mitica Malakas family, la mia famiglia tessalonicese con cui si è organizzata sabato una mitica grigliata sul tetto di casa .Dovete sapere che , per noi carnivori, qua le grigliate sono un appuntamento immancabile un pò perchè è nello spirito greco di celebrare qualcosa con una sana arrostita e poi perchè avendo tra noi molti vegetariani ( e un vegano) si può mangiare finalmente la carne in un modo decente e non cotta nelle padelline sfigate. E quindi ecco dove abbiamo fatto la grigliata. 

la vista dal nostro tetto!
Dall'alto dei tetti sembra che finalmente Salonicco sia nostra/mia, lo spettacolo è incredibile di tutti questi tetti che uno vicino all altro sembra di essere quasi in Marocco o in una città del Mediterraneo profondo e caldissimo. 
Affacciata alla balconata del terrazzo, guardando l'azzurro del mare penso che sono 8 mesi (con vari intervalli) che sto qui consapevoli che anche dall'altra parte del mare c'è gente che mi vuole bene e che auspica il mio ritorno. Io, a dispetto tutto, qua ci lascerò un pezzo di cuore. A questo pensavo mentre guardavo chi grigliava carne e verdure, chi giocava a tavli, chi apriva una birra chi chiacchierava e chi si sbracava bellamente sui nostri mitici materassini. 
Avendo mancato la prima grigliata (percfhè ero a Volos) avevo proprio voglia di far parte del capitolo secondo e l'occasione è arrivata per celebrare la partenza di Tommy che ritornerà a breve in Italia per iniziare una nuova entusiasmante avventura. E quindi, mentre il sole calava dietro al torrione di Kastra illumninado la città di un rosso magico,  ridendo e scerzando, mangiando kili di carne da avere un colossale mal di pancia, e un buonissimo tiramisu alle fragole (preparato con amore da Christian e me) abbiamo iniziato a salutare questo gruppo che a mano a mano si sfoltisce per permettere a ciascuno di tornare alla sua normalità(qualsiasi essa sarà). 

geia mas
Non finiosce mica qui tuttavia. Domenica l'utlima grande gita di gruppo a Xanthi, Tracia.
Il nostro gruppo di greco, ossia me Tommy, Christian , Kristina e Kevin è stato inviatato dalla nostra insegnante di greco a partecipare ad un'escursione organizzata dalla scuola elementare dove facciamo lezione (si scuola elementare, avete letto bene). Oltre al fatto di non spendere nulla, la prospettiva di visitare questa città della Tracia mi allettava molto. La Tracia è la regione 'meno greca' della Grecia, dove ancora oggi si può notare l'eredità culturale meticcia in quanto terra di confine con la Bulgaria e con la Turchia. 
La sveglia alle 7 è stato un trauma un pò per tutti eppure ci si alza, alcuni partono direttamente a piedi mentre con  Aurora, Elisa Kristina decidiamo di prendere l'autobus per arrivare alla scuola, ovviamente lo perdiamo e ci tocca scarpinare per arrivare, ovviamente in ritardo, al meeting point.Si parte dunque.
Dopo quasi tre ore ci ferimamo poco prima di Xanthi per una brevissima camminata sul fiume Nestos. Il sentiero è molto facile e breve, sovrastante la ferrovia che collega la Grecia con la Bulgaria (infatti vediamo anche un treno passare). Lo spettacolo naturale è molto bello ma abbiamo solo il tempo per qualche foto ed uno spuntino perchè dobbiamo tornare indietro. 

photo credits by Tommy/Tessalonicese per caso. Il fiume Nestos
Arriviamo a Xanthi all'ora di pranzo e con lo stomaco che ulula, iniziamo ad incamminarci con la piccola mappa dataci dalla nostra insegnante e in breve ci ritroviamo nel centro storico. Oltre alle 'solite' case alla turca con il primo piano a balcone e le caratteristiche viuzze, quello che distingue la città è l'atmosfera che si respira. Con una grande e vecchia moschea la cui mezzaluna si erge dai tetti della città vecchia si capisce che la componente musulmana della popolazione qui è , finalmente, visibile. Si incontrano molte donne, giovani e non, con il velo e addirittura un nostro collega volontario chiede informazioni ad un autoctono in turco.
Una minoranza etnica di queste parti sono infatti i pomacchi, un'etnia di religione musulmana che si trova prevalentemente in Bulgaria. Arrivata alla piazza principale della città vecchia ci dividiamo, Tommy e Mustafa in esplorazione del vecchio centro storico e noi alla ricerca di cibo che, dopo un pò di peregrinazione, troviamo. Prima di rientrare verso l'autobus abbiamo il tempo di: mangiare un Cucciolone (si quello dell'Algida con i fumetti in italiano!), fare qualche esercizio nel parco pubblico e un pò di foto di gruppo.
L'ultima tappa della giornata sulla via del ritorno è Philippi, sito archeologicodella città di Filippi che vanta un bell'anfiteatro.
photo credits by Tommy/Tessalonicese per caso. L'anfiteatro di Filippi.

Questa città ha conosciuto il proprio apice sotto il periodo ellenistico in quanto fiorente centro commerciale sitato proprio sulla via Egnatia,vera arteria di comunicazione e trasporti della Grecia antica, prima che l'arrivo del Cristianesimo e di diversi terremoti ne decretassero la fine. Contrariamente al sito di Pella, qui si respira un aria più autentica e la piazza principale con i suoi lastroni neri incute un certo fascino. Il pezzo forte sono però i resti della basilica bizantina che, con la luce del tramonto, acquisiscono un colore spettacolare. 

photo by credits Tommy/Tessalonicese per caso. Il sito archeologico di Filippi.

La nostra ora d'aria è finita è tempo di ritornare sul bus in direzione Salonicco dove ci addormentiamo cullati dal fresco dell'air conditioning e dal sole rossissimo che si siede sulle montagne. Quando arrivaimo a casa prepariamo una cena a base di minestra (il brodino d'ospedale), i resti della grigliata e un pò di riso.
Questo week volge al termine e con lui anche i miei 8 mesi qui in terra greca, nel giro di qualche settimana il mio progetto finirà e tornerò anche io a casa (oramai una delle tante), ma portero con me i bei momenti passati con i malakes mou!