mercoledì 17 giugno 2015

Manca un kilometro

Cosa dice il corridore quando vede davanti a se lo striscione del traguardo in lontananza, piccolo piccolo e poi sempre più grande, spossato al limite della fatica con le goccie di sudore che gli colano dalle tempie: 'manca un kilometro' pensa.
Ebbene si,anche qui manca un kilometro, due settimane o poco meno e si torna e sarà Game Over, fine dei giochi e del solazzo di questo baraccone avventuroso chiamato Servizio Volontario Europeo. 
Da Ottobre a questa parte è stata una lunga corsa e quasi non mi sembra vero che sia finita, che i mesi siano volati e che si siano trascinati dietro cose e persone fatte e vissute. E' tornato il caldo e la beffa è che, per questo Ottobre mi sembra ieri, quando sono andata a far la spesa il secondo giorno e son tornata a casa a piedi in un bagno di sudore. 
Alla spicciolata i volontari che mi hanno accompagnato in questa esperienza stanno cominciando ad andare via, la casa diventa più leggera ma anche più vuota, si liberano gli spazi nel micro frigo, la carta igienica inizia a durare di più e , cosa incredibile, la casa diventa silenziosa!!
In questo kilometro ci sta un pò di tutto il pensiero alle persone incontrate e che in qualche hanno segnato questa esperienza e, forse, anche la mia vita e tutte le aspettative sul dopo, sul dove cosa e come sarà. Ci sta sopratutto la consapevolezza di aver fatto 'un' esperienza' che mi ha permesso di stare quasi un anno fuori casa e di fare un sacco di cose belle. La più bella di tutte è stata quella di 'vivere' la Grecia di impararne la lingua (moderna), di conoscere la sua gente generosa e aperta, di scoprire la sua bellissima natura e la sua storia mutliculturale ( una consapevolezza vissuta a volte più con vergogne che con orgoglio).
E' stato bello anche condividere la proprio casa con 'mezza Europa'. Si, in un moneto come questo dove, a livello istituzionale, l'Europa si appresta più allo sfascio che ad una integrazione, è bello poter dire che noi ' i ragazzi dell'Europa' siamo diversi ma oramai abbastanza simili per voglia, deisderi, aspirazioni. E' bello in ogni caso aver l'opportunità di mettersi dalla parte dell'altro , di smontare la propria logica di pensiero e di venirsi incontro, una mediazione quotidiana con abitudini e approcci diversi dai propri. Una gran fatica ma alla fine posso dire di aver avuto degli ottimi rapporti con (quasi) tutti e credo che tornare a vivere sotto forma di monade in Italia sarà un bel trauma dopo 9 mesi in questa caotica famiglia. 
Il progetto, bhè qui casca un pò l'asino. Rispetto ad altri progetti qui in Grecia il nostro è stato senza dubbio un progetto un pò cazzone qua alle United Societies of Balkans. Cazzone nel senso che è mancata una linea guida generale in cui indirizzare il lavoro che è stato invece gestito in maniera un pò anarchica e quasi totalmente dipendente dallo spirito di iniziativa del volontario di turno. Per me è stato però anche un bel contenitore che mia ha permesso di portare avanti una rubrica radiofonica personale sulla fotografia (wiritng the light) che è dirata due mesi e di realizzare diversi video o mini-reportage su cose molto interessanti). Devo dire che forse, dal punto di vista professionale non è stata una botta decisiva per il curriculum ma sicuramente mi ha permesso di capire che l'ambito della comunizazione: star dietro al computer a far spamming, ecco non fa per me. 
E detto questo mi fermo, riprendo fiato e continuo a camminare in attesa del giorno della partenza e dell'arrivederci.
vista da Neos Marmaras, Sithonia (Penisola calcidica)



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