Quando sono andata in gita a Berlino la professoressa di storia dell'arte ci aveva avvertito: "vedrete una città completamente diversa dalle grandi città 'storiche' a cui siamo abiutati qui in Italia". Aveva ragione, complice la distruzione del periodo bellico, la post-modernità è diventata il simbolo della capitale tedesca piuttosto che la conservazione del suo passato. Come italiani siamo abiutati al bello (dicono) e quindi ecco Roma, prima sempieterna nei resti dell'impero romano, poi grantica e solenne nella sua rinascita cinquecentesca e poi ombrosa e ridondante nel suo delirio barocco.
Ecco Atene non è niente di tutto questo, certo c'è il suo glorioso passato che sovrasta la città ma ci sono anche i piccoli suburbia del centro, quartieri dimenticati con case abbandonate e graffiti, in cui trovano rigufio gli ultimi deli ultimi nel caos della megalopoli che è.
Atene è un puzzle di pezzi diverissimi tra loro che in qualche modo riescono a convivere.
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Vista notturna della città e dell'Acropoli dalla collina dell'Aeropago |
La prima connessione è proprio tra il suo ed il mio passato. Per chi, come me, viene da studi classici visitare l'area dell'Acropoli e dell'agorà è un' emozione unica, così grande da giustificare cinque anni di curvatura cifotica della propria schiena sui libri. Conquistare l'entrata della collina sacra dedicata alla dea Atena e ammirare i maestosi resti di quello che nell'antichità doveva essere una delle meraviglie del mondo da una vibrazione indescrivibile.Come avevo immaginato ciò che è oggi visibile sull'Acropoli è 'solo' ciò che le varie dominazioni della città non hanno distrutto o smantellato. Le Cariatidi come il frontone, i fregie e le metope del Partenone oggi parlano inglese e quasi tutte le strutture restante sono un misto tra pezzi originali e ricostruiti. Insomma la vera emozione proviene più dall'immaginazione che dalla osservazione. L'Acropoli offre però anche una prospettiva globale sulla città, su questa grande coperta bianca che si estendo per kilometri e kilomentri dal porto del Pireo (incredibilmente vicino alla città) e le alture delle colline circostanti in cui sassolini bianchi di case si dipanano, anche loro incredibili resti di un'urbanizzazione forzata e claustrofobica.
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Casa abbandonata a Plaka |
Sotto la collina sacra si trova il questiere di Plaka, un piccolo labirinto di case basse e collegate da viottoli di scale su differenti livelli. Qui è la seconda connessione con il quartiere di Ano Poli di Salonicco. Leggendo le pagine della mia guida scopro che questo quartiere ritrae come doveva apparire la città all'epoca dell'indipendenza della Grecia, circa 1820. La struttura delle case, fra cui diverse in stato di abbandono effetivo o apparente, ricorda l'atmosfera di un villaggio con i suoi alberi di limoni e il suo silenzio. In questa parte si trova anche una delle zone più turistiche con ristorantini tradizionali, con tavoli apparecchiati all'ombra della vite e musicisti zingari di strada.
Il repertorio della zona dei souvenir è sempre lo stesso: maglie e cappellini con i colori nazionali, olive sotto vuoto,bottiglie mignon di ouzo, borse e sandali dai nomi mitologici in finta pelle. Da Plaka la via dei mercati condice dritto fino a piazza Monastiraki in cui transita una varipinta umanità dai turisti agli spacciatori, in un angolo della piazza si può ascoltare per sentire il ritmo delle percussioni suonate da un gruppo di africani. Qui si trovano venditori di frutta e verdura con bilance manuali a peso, frutta secca, l'immancabile gyros e il περιπτερο (una via di mezzo tra un'edicola e il pakistano nostrano). Dall'uscita della fermata della metro il traffico delle persone è incessante, questo è l'ombelico del mondo e da qui ci si immerge nell'Atene di oggi. La terza connessione è proprio quella tra le sue varie parti.
Se di giorno non è un problema camminare anche da soli nei vicoli del centro di notte la solfa cambia decisamente e in alcune parti dicono sia meglio stare alla larga. Una di queste è la zona di Omonia, non distante da Monastiraki la piazza di Omonia è illuminata dalle decorazioni natalizie ma le sue vie laterali sono deserte ed oscure. Dicono che in questa zona la concentrazione di prostituzione e spaccio sia particolarmente elevata. Io non vedo niente di tutto ciò ma in alcune parti della città la sensazione di un degrado umano e fisico si fa particolarmente forte.
Dei quartieri che ho visitato Psiri è sicuramente uno dei più particolari. Situato tra Monastiraki ed Omonia, il quartiere è conosciuto per le sue taverne frequentate sia da turisti che da autoctoni. Tuttavia è anche il quartiere dell'altromercato, dei 'robi vecchi' che vivono in case abbandonate e allestiscono mercatini delle pulci improvvisati. Tra gli edifici fatiscenti o mai completati e gli innumerevoli parcheggi, in questa zona è possibile ammirare alcuni esempi di street art:
Infine l'ultima connessione è quella tra Atene e l'Europa. La presenza dei profughi siriani in piazza Syntagma, la piazza più importante di tutta Grecia è molto forte, rappresenta inequivocabilmente quella Fortress Europe che ci siamo abiutati a vedere anche a casa nostra con le innumerevole tragedie dei barconi affondati e delle centinaia di vite umane che, sprezzanti del pericolo cercano un futuro migliore.
Mi chiedo quale possa essere il destino di questi profughi in un paese alla ricerca disperata di un equilibrio che la crisi sembra compromettere sempre di più e in cui il clima di tensione è ogni giorno sui livelli di guardia. Con le loro coperte, i cartoni contro il suolo gelido gli striscioni, questi profughi sembrano lasciati a se stessi, una doppia carreggiata a sei corsie li separa dall'edificio ocra e bianco del Parlamento.
Insomma questa è stata la mia 'prima volta' ad Atene, una città che senza dubbio avevo sognato ed immaginato per molto tempo, una città che mi ha emozionato e sorpreso e che dobrevve meritare una seconda visita approfondita.
Alla fine questo è stato solamente un assaggio.
Alla fine questo è stato solamente un assaggio.
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